Amedeo Bocchi

Amedeo Bocchi

 

Regia: Primo Giroldini
Anno di produzione: 2013
Durata: 26′
Genere: Documentario d’arte
Produzione: Effetto Notte per Fondazione Monte Parma e Museo Amedeo Bocchi
Formato di ripresa: Mini DV
Formato di proiezione: Betacam SP e DVD, colore e bianco/nero

Sinossi: Il documentario racconta Amedeo Bocchi, attraverso i suoi scritti e le sue opere. Una storia tutta da scoprire quella di Bocchi, pittore parmigiano, che si affaccia sulla scena della pittura sul finire del 1800, e s’inoltra lungo il ventesimo secolo con il patrimonio di pochi nitidi valori: le luci e i colori che mischiati alle passioni daranno origine lungo il trascorrere degli anni ad una pittura prima attenta al reale e poi più avanti ad una pittura visionaria che mescola sogno e realtà.
Conclusi gli studi a Parma, Bocchi, diciannovenne si trasferisce a Roma per iscriversi all’Accademia e per essere “pittore”. Ed è subito successo: lo dicono le committenze prestigiose e lo confermano i grandi dipinti in cui si condensano i fatti che segnano il tracciato della pittura moderna. A Roma tiene banco la pittura sociale e Bocchi comincia le sue escursioni verso le campagne e le paludi per conoscere dal vivo il mondo dei contadini e dei pescatori. Consensi precoci accompagnano il cammino di Bocchi (nel 1910 è alla Biennale di Venezia) poi l’incontro con Klimt e la Secessione Viennese. L’artista è ormai maturo per il grande incarico e nel 1914 riceve la committenza dalla Cassa di Risparmio di Parma per decorare la sala consigliare, poi l’incarico prestigioso per il Duomo di Messina. Sono le opere che fanno decollare Bocchi nel panorama della pittura italiana, vivrà a Roma a villa Strohl-Fern, in un mondo in cui entrano da protagonisti gli affetti famigliari: la moglie Rita, la figlia, la seconda moglie Niccolina, già sua modella, e pure lei stroncata, come le altre due, e tutte in giovane età, da un malattia letale. Così dunque trascorre l’esistenza di Amedeo Bocchi tra opere pittoriche pervase di luci e colori e i grandi dolori dei lutti famigliari. Il suo lavoro proseguirà fino alla morte, nel 1976, nel segno di un’arte che arriva a colpire la sensibilità odierna: così avida di luce, di colore, di bellezza.

Soggetto e produzione: Primo Giroldini

Testo: Maria Chiara Cavazzoni

Musica: Amadeus W. Mozart
Fotografia: Pietro Ronchini

Montaggio: Wolfgang Karstens e Pietro Ronchini

Voce: Loredana Scianna